Lucca città degli Organi

La stagione autunnale di recitals organistici ha ricevuto a partire dal 1995 il nome Lucca Città degli Organi in omaggio alla celebre scuola organaria lucchese che per più secoli ha avuto un ruolo di estrema importanza in Toscana e in Italia.

Perchè "Lucca Città degli Organi"?

Innanzitutto per ragioni di ordine storico: la città è stata per molti secoli il principale centro in Toscana per la costruzione degli organi, soprattutto con l’opera di Domenico di Lorenzo, attivo non solo in Toscana ma anche fuori, chiamato addirittura a costruire un grande strumento per la basilica di S.Pietro a Roma alla fine del Quattrocento; ma anche con la famiglia Ravani nel Seicento, che ebbe pressoché il monopolio in Toscana e fu chiamata a costruire strumenti fino in Sicilia.

Nel Settecento sono le famiglie Cacioli e Crudeli a farla da padroni, disseminando un numero enorme di strumenti in tutta la regione.

Nell’Ottocento l’attività organaria lucchese (e adesso anche viareggina) è ancora fervida, ma è contrastata dall’intraprendenza dei costruttori di Pistoia che riescono ad esportare i loro strumenti fino in Egitto e in Sudamerica.

Nessuna altra città toscana però può vantare come Lucca una così importante e durevole attività organaria che ha coperto ininterrottamente un arco di quattro secoli.

Un’altra ragione non meno importante è la presenza sul territorio nella nostra provincia di un numero notevolissimo di strumenti antichi ancora conservati, anche se in gran parte non valorizzati a dovere e attualmente ancora inefficienti.

Il computo totale di questi preziosi monumenti sonori non è ancora stato completato, ma la cifra si aggira intorno alle 330 unità. Tra questi strumenti figurano opere di alcuni dei più celebri costruttori di tutte le epoche dal Quattrocento all’Ottocento.

Dopo un lungo periodo di abbandono, in cui sono purtroppo andati distrutti o sono stati danneggiati pregevoli strumenti, come ad esempio gli antichi organi della Cattedrale di S. Martino, in questi ultimi anni si sta finalmente verificando una presa di coscienza del valore e del pregio degli organi antichi anche nella nostra città e sono già circa una decina gli strumenti restaurati e recuperati ad una attività liturgica e concertistica, tra questi gli strumenti di S.Pietro Somaldi (Cacioli 1687), S.Filippo (Crudeli 1796), Monte S.Quirico (Paoli XIX sec.), Corsanico (Colonna 1602), Pieve S.Stefano (Onofrio Zefferini 1551), S.Andrea di Compito (Micheli 1741), Bozzano (Bertolucci XIX sec.), S. Micheletto (Bartolomeo Ravani 1660), S. Giulia (Ravani XVII sec., ora custodito presso il Museo Nazionale di Palazzo Mansi).